Donne, gravidanza e FH

 

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Nel caso di una donna affetta da ipercolesterolemia familiare una gravidanza deve essere ovviamente programmata con particolare attenzione. Le statine infatti sono farmaci sicuri, ma nonostante alcuni rassicuranti dati preliminari non si può ad oggi affermare che l'uso delle statine nel primo trimestre di gravidanza sia privo di rischi teratogeni, dato il ruolo fondamentale del colesterolo durante lo sviluppo embrionale. Questo comporta che il trattamento con statine debba essere interrotto 3 mesi prima del concepimento, durante la gravidanza e durante il periodo di allattamento al seno.

Durante la gravidanza è di fondamentale importanza controllare i livelli di colesterolo LDL soprattutto nelle donne con documentata malattia coronarica ma anche per diminuire il carico di colesterolo LDL a cui viene sottoposto il bambino, soprattutto nel caso in cui a questo venga trasmessa la patologia.

Dal punto di vista farmacologico la migliore arma a disposizione è rappresentata dalle resine sequestranti gli acidi biliari ed in particolare da colesevelam, che se ben tollerato dal punto di vista gastro-intestinale risulta efficace. In ogni caso è di fondamentale importanza attenersi alle indicazioni dietetiche e di stile di vita di seguito descritte nella sezione stile di vita e riassumibili con:

  • diminuzione il consumo di grassi insaturi
  • aumentare il consumo di fibre solubili
  • interruzione del fumo di tabacco

Nel caso di donne con documentata e grave malattia coronarica o affette da FH omozigote una valida opzione è rappresentata dal trattamento aferetico. Le donne affette da ipercolesterolemia familiare (Fh) non sembrano correre maggiori rischi di parti prematuri o di nascite con basso peso o di malformazioni congenite del feto rispetto alla popolazione generale.

Da un punto di vista della trasmissione della patologia è importante ricordare come per pazienti eterozigoti si abbia il 50% di possibilità di trasmettere la patologia al nascituro.